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La scomparsa di Westlake

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Colpito da infarto durante un veglione di Capodanno in Messico, è scomparso a 75 anni il maestro del noir Donald E. Westlake. Ho appreso questa triste notizia mentre ero a casa a fare il babbo sytter e mia moglie cercava di portare a casa dall’Ikea superintasata di gente tre nuovi lettini per i nostri pupi. Come al solito mi sono trovato a dover preparare il solito coccodrillo di rito in questi casi, ma ho dovuto prepararlo in condizioni di emergenza che mai mi erano capitate: i 4 bimbi volevano assolutamente giocare con il babbo e il computer di casa faceva i capricci. Aggiungete che a un certo punto mi è saltata pure la connessione Internet e capirete che insomma non è stata certo una di quelle situazioni rosee in cui vorrei trovarmi ogni giorno. Anche perché sinceramente avrei voluto scrivere un pezzo più lungo su un maestro del noir come Donald Westlake e non solo le 20 righe di agenzia che ho poi dovuto dettare al telefono (visto che mi sono trovato letteralmente isolato con quattro pupi sulle ginocchia e il computer morto). Avevo avuto occasione di conoscere lo scrittore americano qualche anno fa al Salone del Libro di Torino grazie ai ragazzi della Pendragon e l’avevo intervistato ai microfoni di “Tutti i colori del giallo”, in un lungo special di cui vi faremo riascoltare un estratto il prossimo 17 gennaio. Fu una chiacchierata molto simpatica in cui Westlake ci aveva raccontato come  la sua carriera era iniziata sul finire degli anni ’50 mentre lavorava per una piccola agenzia letteraria. Dopo aver calcato le scene come attore di teatro, Westlake aveva cominciato a produrre racconti per riviste pulp (anche fulminanti racconti porno come avrebbe poi raccontato nell’esilarante “Addio Sherarazade”), arrivando nel ’60 a siglare con “The Mercenaries” il suo primo giallo di successo, seguito da “Veleno nel sangue”, “Prendetelo morto””Un bidone di guai” (che nel ’67 gli valse il primo di tre «Edgar Allan Poe Award» ottenuti durante la sua carriera), romanzi che mostrano la sua capacità di proseguire con originalità «la scuola dei duri». Con i successivi “Guardie e ladri” e il ciclo degli Ineffabili Cinque, lo scrittore usò l’ironia al servizio di storie ricche d’azione. Nel ’63, con “Anonima carogne”, nacque il criminale Parker, un personaggio al quale diedero il volto al cinema prima Lee Marvin e poi Mel Gibson e le cui storie sono continuate fino ai nostri giorni, permettendo a Westlake di firmarle con il celeberrimo nome de plume di Richard Stark. Durante l’intervista che realizzai con lui Westlae aveva chiacchierato volentieri di Parker e delle sue plurime identità di scrittore che avevno spinto Stephe King ad omaggiarlo esplicitamente con il personaggio di Ted Beaumont protagonista del suo “La metà oscura”. E volentieri Westlake aveva anche chiacchierato del fatto che Hollywood lo aveva portato alla nomination all’Oscar per la sceneggiatura di “Rischiose abitudini”(1991), da lui adattato da un classico di Jim Thompso. All’epoca non era ancora uscito “The Axe” e quindi non avemmo il tempo di parlare di questo bel film tratto da Costa Gavras dal suo intenso romanzo dedicato al mondo dei tagli finaziari aal personale.  Chi di voi volesse rileggere alcuni dei suoi classici può recuperare facilmente grazie a Pendragon le avventure degli Ineffabili Cinque e le imprese di Parker nelle edizioni Alacran ma anche in un bello Speciale antologico del Giallo Mondadori, possiamo dirvi che ne vale assolutamente la pena.

Luca


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